Hanno molto in comune le reti di consulenti, indipendentemente dalle dimensioni e dall’area geografica di riferimento.
Ho seguito per qualche anno i partner di un fondo d’investimento d’Oltralpe, sto seguendo da molti anni un’organizzazione ad “azienda virtuale” per aziende italiane di media grandezza, specialmente nel settore dell’arredamento, do supporto alla mia stessa rete di collaborazione.
Ah, se non sai cos’è un’azienda virtuale ecco un breve accenno: è un’organizzazione che potenzialmente è costituita da un gran numero di risorse ma che si manifesta solo con alcune di esse progetto per progetto, a seconda delle necessità. Dunque, è come se ci fosse un’azienda di volta in volta diversa.
Tornando all’argomento principale, in tutti i casi il cardine è la diade formata dal programma di comunicazione e condivisione e dal programma di amministrazione. Questo non è molto diverso dalle solite aziende. La problematica specifica è l’estremizzazione di alcuni aspetti:
- il personale non è legato ad una sede fisica, si sposta, ma deve comunque poter accedere ai trattamenti di dati in base alle proprie aree di competenza;
- siamo nel settore detto dei KIBS, cioè dei Knowledge Intensive Business Services: il prodotto di questi operatori è costituito da asset informativi e conoscitivi condivisi con i clienti;
- a seconda della forma organizzativa, i legami tra singolo professionista e resto della rete possono essere più o meno consolidati e duraturi ma in ogni caso ci dev’essere una cabina di regia che poi risponde davanti alla legge, quindi i rischi legali vanno gestiti bene;
- possono comparire, anche temporaneamente, figure che interferiscono con il processo evolutivo condiviso con la cabina di regia;
- tutte le forme di comunicazione esprimono unitarietà attraverso un livello di coordinamento elevato in rapporto alla debolezza del legame contrattuale con la cabina di regia, ricorrendo, per esempio, al VoIP ed al Centralino Telefonico Virtuale.
Nei vari casi, mi sono trovato ora a potenziare il lato amministrativo ed ora quello di comunicazione e condivisione. Ho notato che, in ogni caso, la gestione dei progetti e delle commesse tende a restare frammentata, con dispersioni anche notevoli di informazione e rischio di amnesia aziendale.
Insieme a Maurizio, ho codificato in modo unitario in Connexio i vari “pezzi” di soluzione che sono riuscito via via a mettere in campo in modo anche decentemente integrato.
Faccio un esempio: le schede anagrafiche di clienti, fornitori, collaboratori etc. Nelle reti di collaborazione, è frequentissima la situazione ibrida in cui lo stesso soggetto assume più di uno di questi ruoli. Come evitare di ri-digitare la stessa scheda e tutti i successivi aggiornamenti sia nel programma di comunicazione e condivisione sia in quello di gestione amministrativa?
Due sono le strade: o si crea un connettore tra i due programmi o… si usa Connexio, l’unico sistema che conosco che comprende entrambi i tipi di trattamento, lasciando fuori solo ciò che riguarda strettamente i rapporti col commercialista.
Se anche tu operi in una rete di collaborazione, sappi che è molto probabile che io possa essere d’aiuto per le questioni inerenti il trattamento di informazioni e conoscenze.